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  | Giulio bellutti, personale, magical interpretations, 19 giugno / 20 luglio 2007333 Park Avenue South
 (Between 24th & 25th Streets)
 
 Michael Capasso, Judy Natalucci, Joyce Towbin   Chasan, Janice Eckhart e ospiti  
 Ospiti all'apertura  
 Ospiti all'apertura  
 Giulio bellutti, Pucciniana, Estasi e Trasfigurazioni semiserie21 marzo/20 aprile 2007
 24 West 12th Street - New York NY 10011
 (Between 24th & 25th Streets)
 
 l'attrice Ottavia Fusco posa per "Tosca" 
  inaugurazione mostra  
 la baronessa Zerilli-Marimò con amici collezionisti d'arte
  
 il pittore con il maestro d'orchestra Marco Armigliato, la baronessa Zerilli-Marimò
 e il soprano Olivia Stapp
  
 il professore Stefano Albertini direttore della casa italiana della New York University
 
 
 la presentazione della mostra 
     consegna del ritratto alla baronessa Mariuccia Zerrilli Marimò 
 Pucciniana, Half-Serious Ecstasy and Transfigurations*  Pucciniana, Estasi e Trasfigurazioni semiserie di  Viana Conti L’artista  Giulio Bellutti, in occasione di questa sua mostra alla Casa Italiana  Zerilli-Marimò of New York University ha composto quindici quadri di  ispirazione pucciniana, ricreando effetti barocchi tra Caravaggio e Fassbinder,  tra una Madama Butterfly e una Querelle de Brest. La  rappresentazione pittorica e quella scenica si compenetrano in un intenso  melodramma dai contrastati flash rossi e neri. Le didascalie, che  simpaticamente rinviano ai titoli dei film della regista Lina Wertmüller,  proiettano sulla storia dell’opera un racconto sentimentale, animato da  improvvisazioni e fantasie tragicomiche. Giulio Bellutti ama la scena, la scena  gli appartiene. I personaggi e i protagonisti, colti da impreviste  trasfigurazioni transgender, sono: Turandot, Manon Lescaut, Tosca,  Butterfly, Calaf, Il re di Persia, Pinkerton. Sfilano sulla tela seducenti e  atletici soggetti di pelle nera, illanguiditi da occhi color acquamarina.  Accessori: parrucche bionde e brune, copricapi di varie fogge, fiori a  profusione. Il Lindsay Kemp di Flowers, aleggia, quale nume tutelare,  nell’immaginario affascinato dell’artista Giulio Bellutti.
 
  Agli scenari dell    ’opera tardoromantica, ideati dal compositore di Torre  del Lago, l’artista aggiunge gli eccessi di un suo personale humour, lo  stesso che lo accende di passione, quando, tra una tela e l’altra, si lascia  attrarre dai richiami nostalgici del tango e della milonga argentini. Mentre  con Tosca, Puccini entra nel melodramma storico dai colori accesi, con  Madama Butterfly, esordisce nell’opera  esotica. È qui che il pittore immagina e rappresenta scenari, tra erotismo e  lacrime, dove i personaggi assumono pose teatrali, vestono o svestono corpi  argentati, indossano eccentrici copricapi e rose. Accanto a Luigi Illica, che  abbozza le tele della sceneggiatura, e a Giuseppe Giacosa, che le mette in  versi adattandole alla scrittura musicale, Giulio Bellutti abbozza i quadri del  dramma, teatralizzandone i sentimenti. Come un Doge, termine con cui Giulio  Ricordi si rivolgeva a Puccini, Bellutti, circondato da un clima fantastico e  onirico, si autorappresenta in Nessun  dorma, indovina indovinello nel grande dittico dell’algida e crudele  principessa Turandot. Nella rappresentazione pittorica in mostra, Cio-Cio-San,  la geisha protagonista di Madama Butterfly, con vistosa acconciatura, trucco  Kabuki, chimono nero, ancora una volta confonde un marinaio di passaggio con  Benjamin Franklin Pinkerton, ilpoliticamente scorretto tenente della Marina degli Stati Uniti,suo promesso sposo. Maestro di effetti teatrali, retorici, emozionali, l’artista  trova nella produzione recente sollecitazioni irresistibili verso un teatro  dell’assurdo, del surreale, dell’humour nero, della suspense. Il  suo rapporto con soggetti e oggetti è ironico. L’ambiguità delle situazioni che  tratteggia nelle sue tele lo diverte, come è anche divertito di coinvolgere il  pubblico in questo suo scenario di finzioni. I titoli, che gli si affacciano  alla mente nel processo di ideazione del dipinto, funzionano come motore dei  suoi quadri. I suoi personaggi, che siano rappresentati frontalmente o di  profilo o ancora di tre quarti, sanno di essere guardati, perché sanno di  essere in scena.D’altronde un pittore stregato dal teatro, come è  appunto Giulio Bellutti, non può operare come assistente alla scenografia di un  Sylvano Bussotti alla Scala, seguire per anni l’iter artistico del soprano  lirico drammatico Olivia Stapp, la regia di Giancarlo Nanni al Teatro  dell’Opera di Genova, frequentare la soprano, ora anche star televisiva, Katia  Ricciarelli, vivere nottate memorabili con Carmelo Bene, frequentare il  regista-scenografo Attilio Colonnello, amico di Hemingway, posare, in foto  storiche, con Ugo Tognazzi e Isabella Rossellini, senza restare  irrimediabilmente contagiato dalle seduzioni e dagli artifici del palcoscenico  e del set cinematografico.
 
          
            * Titolo amabilmente suggerito da Michtell Wolfson Jr.,  mecenate e fondatore del Museo Wolfsoniana, Genova.
 
 Giulio bellutti, personale Montecarlo 2002 
 il ministro plenipotenziario Mario Piersigilli inaugura la mostra di Montecarlo
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   Bellutti con il sindaco mantovano Remo Scaravellie il ministro plenipotenziario di Montecarlo
 
 
  
 visitatori della mostra di Montecarlo
 
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